Avete letto sui resoconti di questa campagna che è stata quasi una marcia, ma al diavolo, la verità è un’altra!
Fra queste montagne da Montecorvino Rovella fino ad Acerno è stata una guerra aspra e cruenta!…
Si continua a marciare in direzione di Acerno. Ora che il primo scontro è avvenuto ci chiediamo quando ci sarà il secondo. La paura si è trasformata in quel dolore allo stomaco talmente forte che anche la testa comincia a farmi male. A volte penso che se un proiettile mi colpisse allo stomaco, il dolore che sento lo potrebbe respingere! Ma ci sono abituato.
Arriviamo nei pressi di una sorgente chiamata “fontana del vescovo” ed ecco l’mg che torna ad abbaiare. Noi ancora a terra, immobili come pietre. Questa volta ci tocca far saltare la tana di volpe. Io Brandon e altri due facciamo fuoco di copertura mentre altri tre salgono più in alto per aggirare la postazione per poi avvicinarsi e neutralizzarla. Il fuoco è incessante, i colpi traccianti ci passano sopra la testa e in un attimo il bosco sembra illuminarsi. Quando sentiamo i nostri che cominciano a sparare intensifichiamo i nostri tiri per coprirgli l’attacco, poi un colpo di bomba a mano e ancora un altro. Si sono avvicinati! Allora ci alziamo con la schiena curva e corriamo tenendoci bassi tentando quando è possibile di ripararci dietro ad un tronco d’albero, ma sempre continuando a sparare. Li chiamo e loro mi rispondono, mentre sono ancora avvolti dal fumo nero dell’esplosione, dicendo che i tedeschi sono fuggiti.
L’odore acre del fumo mi riempie i polmoni e mi pare di soffocare, ma si va avanti nonostante tutto. Più indietro un altro plotone ha ucciso un tedesco, aveva perso la ragione evidentemente spaventato dalla battaglia ed era scappato senza meta, diventando un facile bersaglio per il garand. Più tardi ho saputo che era un ragazzo. Il suo corpo, o meglio i suoi resti, dovranno aspettare alcuni anni prima di trovare una degna sepoltura. Oggi quella zona viene chiamata:”il tedesco morto”.
Altre scaramucce continuano su tutto il versante a sud della strada per Acerno, qui su per queste montagne i tedeschi adottano la tecnica del mordi e fuggi ed hanno lo scopo di rallentare la nostra marcia. E fino ad ora ci stanno riuscendo alla grande!
Giù per questa valle è avvenuta una battaglia che non è stata raccontata sui libri ed ha visto il quindicesimo reggimento faticare moltissimo per superare i tedeschi. Dalla mattina di questo 21 settembre 1943 sino al pomeriggio.
I nostri del quindicesimo erano scesi dal bivio tra Olevano e Acerno verso Montecorvino e poi, passando per il santuario della Madonna dell’Eterno, si erano diretti verso la zona chiamata Lappe e da lì dovevano risalire verso Canale per aggirare il monte Circhio e, oltrepassando le montagne, arrivare a Curticelle per raggiungere Avellino.
I tedeschi avevano immaginato questa mossa e da Montecorvino Rovella, facendo saltare i ponti di accesso, passarono la frazione Gauro, e si posizionarono tra Canale e il monte Circhio. Da quella zona avrebbero potuto ritirarsi sia verso Acerno, passando da Cerasuolo, dove pure vi furono scontri pesanti, che verso le Croci di Acerno.
Mentre il quindicesimo si trovava nella valle in zona Lappe, i tedeschi scagliarono contro di loro tutto quello che avevano e fu l’inferno! Tentarono di proteggersi dalla pioggia di colpi di artiglieria come potevano, ma non era facile. Le schegge volavano ovunque, gli alberi cadevano e la terra tremava sotto i corpi dei soldati. Passare era impossibile, attaccare significava farsi massacrare. Allora il settimo reggimento che si trovava più a nord e che si muoveva verso Acerno, fu chiamato in loro difesa. Fu deciso di costituire una posizione di attacco in un castagneto in località Antico e da lì colpire i tedeschi che si trovavano giusto sul lato opposto della valle sottostante. E così fu. Soltanto che i Kraut avevano previsto anche questa mossa, così si erano appostati con due mitragliatrici proprio all’ingresso del castagneto e una volta che quelli del settimo furono a tiro, scatenarono tutta la loro forza di fuoco contro di loro.
Per superare le postazioni nemiche, i nostri faticarono parecchio.
Quando riuscirono a posizionarsi, spararono con le mitragliatrici e con l’artiglieria in direzione dei tedeschi, che avevano occupato tutta la zona opposta e che addirittura avevano iniziato a martellare anche i nostri del trentesimo che marciavano lungo la via per Acerno.
Il settimo lanciò anche diversi colpi fumogeni per disperdere i Kraut e presto si rivelò una mossa vincente, perché si ottenne il risultato voluto. Solo adesso il quindicesimo, che fin ora era rimasto bloccato giù nella valle, riuscì ad avanzare salendo molto faticosamente sul pendio della montagna, mentre all’artiglieria del settimo si aggiungeva anche quella del quindicesimo. Ma i tedeschi erano intenzionati a non mollare e all’improvviso scoprimmo sulla nostra pelle che un carro Tiger era pronto a far saltare in aria la postazione del settimo sul versante opposto. Soltanto con il coraggio di alcuni soldati del quindicesimo, che intanto erano riusciti a risalire la montagna ed a posizionarsi in un luogo abbastanza protetto, che il Carro fu costretto a ritirarsi, infatti lo colpirono più volte con colpi anticarro.
Dopo alcune ore di fuoco di artiglieria che intanto aveva ricoperto di schegge tutta la zona tra Canale e il monte Circhio fin sulla cima, finalmente i tedeschi si ritirarono verso Cerasuolo per unirsi al grosso dell’esercito schierato ad Acerno, ma lungo questo tragitto furono molte le postazioni di mitragliatrici tedesche che avrebbero aspettato noi americani. Questi ragazzi venivano lasciati soli, a volte due per postazione, nel tentativo di rallentarci. E mentre ci aspettavano, consumavano forse l’ultimo pasto.
Così venne il pomeriggio, il teatro degli scontri aveva interessato ormai tutte queste zone di montagna. Ogni sentiero, ogni cresta o pendio di montagna erano stati percorsi dalla terza divisione ed erano state neutralizzate tutte le decine di postazioni nemiche.
Io ed i miei compagni adesso ci troviamo a circa due miglia a sud di Acerno. I tedeschi si sono dimostrati abili e coraggiosi combattenti nonché ottimi conoscitori della zona.
Siamo bloccati nei pressi di un ponte che hanno fatto saltare. E’ impossibile proseguire la marcia senza essere costretti a neutralizzare il nemico. Abbiamo scavato un buco a circa cento metri sulla collina posta a sud del ponte e qui ci siamo riparati in attesa di istruzioni. Non sarà affatto facile passare!
Nel prossimo racconto vi svelerò la mia identità e vi racconterò della battaglia sul ponte di Acerno.
Descrizione: Corrado Curci
Foto: Web
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