E siamo alla sera del 21 settembre 1943. Ci stiamo riposando per quel che possiamo sulla collina 687 poco a sud di Acerno e intorno a me ci sono i miei compagni di plotone tranne Steiner, morto un’ora fa. Di lui non se ne parla più, qui in guerra quando uno di noi viene ucciso dopo poco facciamo in modo di non ricordarlo perché per noi è diventato normale morire. La collina fa da riparo al terzo battaglione del trentesimo reggimento, che domani mattina avrà un bel da fare: l’obbiettivo è liberare Acerno!
Guardali, ridono e scherzano fra di loro come se stessero facendo una scampagnata, è il nostro modo per allentare la tensione o qui si muore dal mal di stomaco. Qualcuno scrive una lettera a casa, forse sarà l’ultima. Una fisarmonica suona la mia musica preferita, quella country e torno a casa!
Durante la notte la nostra macchina da guerra si preparerà per attaccare i tedeschi, i battaglioni del trentesimo prendono posizione, tutti tranne il terzo marceranno sino all’alba fra queste montagne arrampicandosi al buio stanchi morti su per i pendii.
Liberare Acerno è fondamentale per il prosieguo della nostra avanzata verso Napoli, lo sanno bene i tedeschi che non hanno nessuna intenzione di mollare il paese, dove ora tutto tace e non si vede neppure una luce di una candela. Questo è un silenzio che annuncia la morte.
I kraut sono già pronti ad accoglierci, già dalle prime ore del mattino del 9 settembre occupavano Acerno e colpivano le nostre navi con colpi da 88 mm sparati da un pezzo posizionato al centro della piazza principale e lo facevano con straordinaria precisione.
L’affidabilità dei loro tiri era tale che costringeva le nostre navi a muoversi continuamente in un mare che aveva perduto il suo colore abituale.
E’ la quiete prima della tempesta!
Il trentesimo reggimento si sta posizionando con una strategia a tenaglia, sta occupando le postazioni da est, sud ed ovest ed attaccheranno simultaneamente.
Per favorire la liberazione di Acerno, dovremo impiegare non solo l’artiglieria leggera, ma anche i bombardamenti aerei per disorientare il nemico e per permetterci di neutralizzare le postazioni di mitragliatrici che costituiscono il pericolo maggiore per noi della fanteria.
I tedeschi hanno occupato le posizioni al centro del paese ed anche intorno i suoi confini, in particolare, hanno scelto una zona posta ai confini nord ovest del paese quale posizione di maggiore di attacco. Da lì partiranno i carri tiger. La scelta di difendere la zona sta nella necessità di impedirci di tagliare loro l’unica via di fuga, quella verso Montella-Bagnoli.
Oggi intorno alle 19.43, il terzo battaglione del trentesimo reggimento si è spostato lungo la strada principale in direzione della cittadina. A circa due miglia dopo la “Fontana del Vescovo”, è entrato nelle montagne attraverso un antico camminamento posto al centro di una curva.
Ha marciato per alcune miglia verso nord, poi ha cambiato direzione dirigendosi verso nord est tagliando le montagne e si è trovato davanti una gola profonda, dove vi scorre il fiume “Isca della Serra”.
Era buio quando il terzo battaglione del trentesimo è riuscito ad attraversare le montagne occidentali e la gola dell'Isca della Serra, fino ad arrivare qui, sulla collina n. 687.
Verso le 18:00, il secondo battaglione, che aveva condiviso il percorso montano del terzo fino ad un tratto, ha continuato a spingersi verso nord ovest della città nel tentativo di tagliare fuori i tedeschi sulla via per le “Croci”.
La compagnia F ha marciato verso est per poter attaccare la città dal confine sud est. Questa mossa ha diviso il trentesimo reggimento permettendoci di avanzare su Acerno e di attaccare i tedeschi da tre diverse direzioni: il secondo Battaglione da nord ovest, il terzo battaglione da sud ovest e la compagnia F da sud est.
L’Artiglieria e le bombe dei cacciabombardieri A-36 ci forniranno supporto mentre i battaglioni attraverseranno il terreno difficile.
A causa del terreno accidentato, le varie unità impiegheranno quasi tutta la notte per prendere le loro posizioni.
22 SETTEMBRE 1943: LA GRANDE BATTAGLIA!
Sono circa le 08:00 del mattino del 22 settembre, il terzo battaglione è sceso dalla collina 687 e, sotto il bombardamento continuo dell’artiglieria nemica, ha attaccato i tedeschi in un castagneto posto ai margini della città, mentre il secondo battaglione si è spostato dalle sue posizioni per prendere la strada per le Croci. Si va avanti a colpi di artiglieria, i tedeschi non mollano e ci sparano contro i loro colpi con tutta la loro determinazione. Il secondo non riesce a sfondare, è un inferno di fuoco!
La compagnia F sta riuscendo ad entrare in paese da est, il punto più debole della difesa tedesca, la nostra tattica di attacco a tenaglia sembra funzionare!
Anche il terzo battaglione avanza, ma con grande fatica. In una zona posta al di sotto dei confini di una grande chiesa, tra gli alberi, i nostri ragazzi stanno dando prova di grande coraggio, sono riusciti a raggiungere delle postazioni tedesche di mitragliatrici e lanciano bombe a mano, i kraut escono dalle trincee e si scontrano con i nostri a colpi di baionetta!
E’ una carneficina! Ma nessuno molla! Acerno deve essere liberata.
Da dietro l’imponente chiesa, una vicina batteria di artiglieria leggera impedisce di entrare in paese, sarà annientata col sangue e il coraggio del terzo battaglione.
Intanto continuano incessanti i bombardamenti dei nostri cacciabombardieri A-36.
Sono le 12.00 e la città è ancora in mano ai tedeschi, i loro mortai hanno bloccato il nostro attacco.
Tra le 12.52 e le 13.25, l'artiglieria della nostra divisione colpisce Acerno con oltre 1.000 colpi! E’ una carneficina.
L’artiglieria tedesca posta sulle colline a nord di Acerno ha rallentato il terzo battaglione mentre il secondo lotta strenuamente per isolare la città da nord est. Finalmente sono circa le 15.00, attraverso sforzi che saranno descritti come "erculei" e con tremenda difficoltà, il comandante del terzo, tenente colonnello Edgar C. Doleman, sta spingendo il suo battaglione ad Acerno. Le nostre pattuglie stanno ispezionando le case. Verranno catturati alcuni tedeschi, ma molti si sono ritirati verso le Croci da dove saranno coperti dal fuoco della loro artiglieria posta tra le rovine del castello della Rotonda.
Ma noi avevamo finalmente vinto la battaglia. Sui nostri volti non ci saranno grandi sorrisi, ora si cammina tra castagneti diventati rossi del sangue dei nostri soldati. I tedeschi sono caduti a decine e, purtroppo, vi sono state anche molte vittime tra i civili. Molte case sono in rovina, una chiesa è stata colpita, Santa Maria degli Angeli, un soldato, Paul Oglesby, guarda reverente l’altare recitando una preghiera di ringraziamento e pregando che questa maledetta guerra finisca al più presto.
Acerno è stata liberata, i nostri ingegneri stanno già ricostruendo i ponti abbattuti dai tedeschi, ora la gloriosa Terza Divisione può avanzare verso Napoli! Noi proseguiamo verso Volturara e ci spingeremo verso il Volturno. La guerra continua.
Descrizione: Corrado Curci
Foto: Web
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