06 marzo 2021

DIARIO DI GUERRA “Avalanche vista da Montecorvino Rovella” PARTE IV

 


Siamo tutti impauriti in paese. Ci siamo letteralmente barricati in casa e per strada nessuno osa farsi vedere, sono ore terribili, ci aspettiamo la rappresaglia dei tedeschi da un momento all’altro. Hanno urlato per le vie che ci sarebbero state conseguenze gravissime per noi dopo che sono stati uccisi due loro soldati: ad ogni soldato tedesco ucciso, dieci italiani sarebbero stati uccisi! È la nuova legge entrata in vigore dopo il tradimento del nuovo governo Badoglio.
Eccoli!
Arrivano con moto e camion, si fermano nella piazza e scendono bussando ai portoni, non si può non aprirli altrimenti fanno saltare tutto a colpi di mitra. Si sentono le donne urlare e sono urla di terrore. Ci stanno prelevando uno ad uno. Di colpo anche la mia porta si spalanca e mi prendono di forza armi in pugno. Neppure me ne rendo conto che mi trovo sul camion insieme ad altri, tutti a testa bassa. Fra loro riconosco il Podestà. Nessuno osa parlare, con noi ci sono i soldati armati. Nessuna reazione o ci sparano qui senza pietà.
Il camion si ferma, ci ordinano di scendere e per non perdere tempo ci tirano come si fa con le bestie.
Dio mio, ci hanno condotto al cimitero di San Martino!
“Schnel! Scavate la vostra fossa!”, ci ordina un soldato con il mitra spianato.
Neppure per un momento mi passa in mente di reagire, la paura mi blocca anche la mente. Prendo la pesante pala in mano e comincio a scavare. Il sudore mi scende fin sugli occhi, ma non posso fermarmi perché al primo accenno di sosta, il soldato ci minaccia di colpirci con il calcio del fucile. Tra noi, vi è chi parla un po’ di tedesco e tenta di convincerli a lasciarci andare, noi non abbiamo niente a che fare con l’uccisione dei soldati. Ma non riesce ad ottenere nessun risultato!
Le ore passavano come secondi, nel frattempo intorno a noi si erano radunati altri montecorvinesi che i tedeschi avevano prontamente bloccato loro ogni possibilità di aiutarci. Gridavano, pregavano di risparmiarci. Intanto sulla via per Bellizzi si vedevano carri armati tedeschi dirigersi verso il mare assieme a camion pieni di tedeschi, dalla parte opposta salivano le autoambulanze cariche di feriti. Cadevano le bombe quasi vicino a noi!
Quando si sente il Podestà rivolgersi ai soldati dicendo che altri sono i traditori della Germania e poi: “dateci delle armi e combatteremo con voi!”
Non so se per le parole del Podestà o per tutto quello che accadeva intorno, ma d’improvviso i tedeschi se ne andarono e non so dirvi quanto ho corso tra quegli ulivi!!!
Avevamo scavato le nostre tombe di morte per dieci ore!!!
(CONTINUA……)
Descrizione: corrado curci
Fonte notizie: “Avalanche contro Orkau”, di Giuseppe Del Priore, Palladio editore.
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