Battaglia per la
liberazione di Acerno (Sa)
MAURICE LEE BRITT – MEDAL OF HONOR
Medaglia d’argento
“Silver Star” in Acerno battle.
A volte durante le nostre ricerche succede
che dal passato riemergano storie di uomini destinate a rimanerti per sempre nel
cuore e nella memoria. Questa è una di quelle.
“Era il 29 giugno 1919 e negli Stati
Uniti d’America, a Carlisle, nello Stato dell’Arkansas, nasceva Morris Lee
Britt, da Morris Lee e Virgie Britt, proprietari di una fattoria.
Il suo nome venne cambiato da Morris in
Maurice durante le scuole elementari, quando il suo insegnante si accorse che
era stato registrato in modo non corretto rispetto alla sua pronuncia. E così
rimase per sempre.
Da ragazzo, in occasione di una fiera di
paese, vinse un paio di scarpe e quando gli diedero il numero 47, pare che gli venne
attribuito il soprannome che poi lo accompagnerà per tutta la vita: "Footsie", piedino.
Terminati i primi anni di studio, la
famiglia si trasferì a Lanoke, dove Maurice proseguì gli studi brillantemente.
Maurice Lee Britt si distinse subito per
le sue qualità di studente, eccelleva in particolare in latino e in inglese e vinse
numerosi concorsi per la pubblicazione di saggi.
Ma nello sport Britt esprimeva il suo
talento migliore grazie alle sue straordinarie abilità fisiche, tanto che venne
nominato capitano delle squadre di atletica, di football e di basket.
In
quegli anni divenne anche editore sportivo del giornale studentesco denominato
“Arkansas Traveller”.
Conseguì il diploma nel giugno 1937 e l'8
giugno 1941 sposò Nancy Mitchell di Fort Smith (contea di
Sebastian) e il giorno successivo si laureò in giornalismo.
Intanto in Europa imperversava la
seconda guerra mondiale e Britt entrò come riservista nell'Esercito con il
grado di sottotenente di fanteria, seguendo il “Reserve Officers Training
Corps” (corso di addestramento per ufficiali della riserva).
Maurice aveva grandi capacità sportive e
la sua vita era proiettata in questo mondo. Nel 1941 entrò a far parte dei Detroit
Lions, "Footsie"
diventò un giocatore professionista di football!
Poi arrivò la guerra, la maledetta
guerra! E nel mese di dicembre del 1941 fu richiamato alle armi ed iniziò il
primo addestramento a Camp Robinson in Arkansas. Poi ricevette un rinvio per
poter completare la stagione nei Detroit
Lions. Al termine del campionato, venne arruolato in servizio attivo e fu
assegnato alla Terza Divisione di Fanteria, 30° Reggimento, 3° Battaglione,
compagnia L.
Seguì un ulteriore addestramento a Fort
Lewis, Washington, poi a Fort Ord, in California ed infine a Camp Pickett in
Virginia.
Dopo l’addestramento venne assegnato alla
difesa costiera, sulla costa occidentale degli Stati Uniti, finché l’attacco
giapponese a Pearl Harbor, avvenuto alle prime luci dell'alba del 7 dicembre
1941, fece definitivamente precipitare gli Stati Uniti nella seconda guerra
mondiale, e Maurice Britt partì con la Terza Divisione di fanteria, sbarcando prima
in Africa e poi in Sicilia a Licata con l'operazione “Husky”, il 10 Luglio
1943.
Britt, nei giorni successivi lo sbarco,
si distinse effettuando una delle marce a piedi più lunghe della storia
militare moderna, guidando i suoi uomini per 54 miglia (87 chilometri) in sole
33 ore, senza acqua né cibo, attraversando a luglio la Sicilia interna, con
temperature superiori ai quaranta gradi, partendo da Gela e arrivando fino a
Palermo.
Britt, nei combattimenti dei giorni
successivi, prese il comando della Compagnia L quando il suo comandante fu
ferito ed evacuato sulle navi per essere curato.
Dopo la conquista della Sicilia, il 3
settembre 1943 l'Italia firmava a Cassibile la resa incondizionata agli
angloamericani, ma solo l’8 settembre 1943 il nuovo governo Badoglio proclamava
l’armistizio, procurando, tra l’altro, come conseguenza diretta l’occupazione
nazista dell’Italia.
In questo nuovo quadro storico, gli
Stati Uniti non erano più invasori ma liberatori e si apriva il secondo
risorgimento italiano.
Il 9 settembre alle 3:30 circa del
mattino le forze angloamericane sbarcarono sulle coste salernitane dando inizio
all’”Operation Avalanche”, l’operazione valanga, seconda solo allo sbarco in
Normandia per uomini e mezzi impiegati, che durò 9 giorni e con la quale venne
costituita una sicura testa di ponte sulla zona costiera del territorio di
Salerno.
Adesso toccava alla “Rock of the Marne”,
la Roccia della Marna, ossia alla Terza Divisione Americana di Fanteria
liberare dai tedeschi il territorio interno e raggiungere Napoli al più presto.
Partiti dal porto di Palermo, i dogface soldiers giunsero in varie
ondate sulle coste campane e precisamente sulle spiagge del litorale di
Battipaglia (Sa) nei giorni tra il 18 e il 20 settembre 1943, fra loro anche il
capitano Maurice Lee Britt. Sarà il suo terzo ed ultimo sbarco.
Raggiunta la cittadina di Battipaglia,
agli occhi di Britt e degli altri soldati americani, apparve uno spettacolo
drammatico: cumuli di macerie, una popolazione “consumata” dalla fame e dalla
sofferenza e nell’aria l’odore acre della morte e della polvere.
Migliaia di soldati e decine di mezzi si
muovevano in colonna attraversando le vie polverose rese ancora più strette
dalle macerie ammassate ai lati e schiere di bambini che si avvicinavano
chiedendo qualcosa da mangiare.
A Battipaglia alla Terza Divisione si
aggiunse la Compagnia A, 601st Tank Destroyer Battalion e la Compagnia B del
751st Tank Battalion. Mentre il 10th Engineer Battalion già era assegnato alla
Divisione.
Ricevuti gli ordini, il 30° Reggimento
intorno alla mezzanotte del 20 settembre si mosse verso Olevano Sul Tusciano
(Sa), dove ormai non vi erano più tedeschi, ritiratisi già dal mattino, in
direzione di Acerno. Alcuni aerei angloamericani tentavano di colpire le
colonne nemiche in ritirata.
Ad Olevano i reggimenti si divisero seguendo
i sentieri di montagna in direzione di Acerno, due compagnie del 7° reggimento,
tra loro anche la Medal of Honor Floyd K. Lindstrom, grandissimo eroe al quale
dedicheremo sicuramente un articolo.
Raggiunta Montecorvino Rovella, in
località San Martino, costruirono un campo provvisorio e nella notte tra il 21
e 22 settembre si diressero verso il monte Accellica, per tagliare la strada ai
tedeschi in località Croci di Acerno, dove poi si uniranno al 30° reggimento.
Alla mezza notte in punto, La Terza
Divisione di Fanteria si mise in marcia da Battipaglia. Il 30° reggimento in
prima linea con il compito di liberare Acerno dai tedeschi, ma primi fra tutti
i plotoni in esplorazione, quelli che si erano specializzati in Sicilia nella
guerra di montagna. Tra loro Audie L. Murphy, Medal of Honor, 15° reggimento,
Compagnia B, al quale abbiamo già dedicato alcuni articoli.
Giunti in territorio di Montecorvino Rovella
alle 2.45 del mattino, esattamente all’incrocio tra Olevano, Montecorvino e
Acerno, i dogface soldiers si scontrarono con alcuni gruppi di tedeschi del 9° reggimento panzer grenadier, che
avevano il compito di ritardare l’avanzata americana e permettere di
predisporre una migliore difesa di Acerno.
Piccoli scontri e inseguimenti nei
boschi caratterizzarono tutta la giornata del 21 settembre sino al tardo
pomeriggio. Poi la marcia si arrestò a circa due miglia a sud di Acerno, dove i
tedeschi avevano fatto saltare un ponte. Tra le sue rovine avevano piazzato due
mitragliatrici, un’altra postazione era stata sistemata in una trincea sull’altro
fianco della strada alle pendici di una collina per impedire alla Terza di
oltrepassare il ponte dal lato est.
Un plotone di esploratori, scoperto il
blocco nemico, aveva organizzato un punto di osservazione di fronte al ponte,
in posizione più alta e riparata. Quel plotone era comandato da Audie Murphy, il soldato americano più
decorato della seconda guerra mondiale, insignito della Medal of Honor per una
eroica azione ad Holtzwihr in Francia, dove ancora oggi è posto un monumento
che la ricorda.
Alle 21.30 circa, Murphy decise di conquistare da solo le postazioni nemiche e si
lanciò all’attacco, ma dietro di lui lo seguì il suo fratello in armi Lattie Tipton. Fu grazie al loro
eroismo che quell’ostacolo venne superato senza perdite.
In quella stessa sera Maurice Britt con
il 3° Battaglione, compagnia L, superarono il ponte e presero posizione sulla
collina n. 687 a sud di Acerno, dove passarono la notte in attesa della
battaglia del giorno dopo per liberare Acerno.
La compagnia F, 30° Reggimento,
comandata dal Capitano Burleigh T. Packwood, grande amico di Britt anche
dopo la guerra, scese giù nella valle del Tusciano a pochi chilometri a sud del
ponte, raggiunse l’altra postazione tedesca ad est della strada e la
neutralizzò. Poi marciarono sino a notte inoltrata seguendo il corso del fiume,
posizionandosi sul lato est di Acerno, da dove l’indomani avrebbero sferrato
l’attacco.
Poi
venne l’alba. Il reggimento venne allertato: prepararsi alla guerra.
Dalla
collina 687 occorreva scendere a valle e poi risalire verso Acerno.
I tedeschi si erano preparati alla
difesa: carri armati, postazioni di artiglieria, cannoni da 88 mm e
mitragliatrici mg 42 sistemate in foxholes, buche scavate nel terreno, pronte a
falciare i soldati americani che fossero riusciti a raggiungere la pianura.
Ricevuto il via libera, il Capitano
Maurice Britt ordinò ai suoi uomini di avanzare giù per la collina 687 in
direzione del paese. Appena giunti nella valle furono investiti dai colpi dell’artiglieria.
Ma non mollarono.
Erano
le 8.00 del mattino.
L’avanzata era lenta, difficile, ma si
doveva andare avanti, fermarsi significava essere più esposti al tiro preciso
dei mortai tedeschi. Poi finalmente la Compagnia L riuscì a raggiungere il
pianoro.
E
fu l’inferno!
Le mitragliatrici sparavano raffiche di proiettili
impedendo di avanzare. I colpi di artiglieria cadevano ovunque, il sibilo delle
schegge e il boato delle esplosioni rendevano le posizioni molto insicure.
Occorreva
assolutamente identificare la posizione esatta delle mitragliatrici e
neutralizzarle.
Erano le 10.30 circa del mattino. Il
sole era alto e il caldo era già soffocante. I soldati non potevano vedere il
cielo azzurro sopra di loro perché i fumi delle esplosioni lo impedivano
rendendo l’aria quasi irrespirabile.
Sul versante est la compagnia comandata
dal capitano Packwood, tentava di entrare nella cittadina con un’azione a
tenaglia.
A
quel punto per la Compagnia L, si stava mettendo davvero male, immobilizzati
dai colpi incessanti del nemico.
Il Capitano Britt si trovava alla testa
della Compagnia, i colpi nemici giungevano proprio davanti a lui e da quella
posizione non si capiva da dove sparasse la mitragliatrice tedesca.
Allora Britt decise di andare avanti da
solo, si alzò da terra e scattò correndo con tutte le sue forze in avanti
finché non riuscì ad individuare la postazione nemica, che si trovava in un
boschetto di castagni.
A quel punto prese una granata da fucile
e strisciò in campo aperto per oltre 50 metri! Un’infinità in quella
situazione. Riuscì ad avvicinarsi abbastanza e, poi, con l’unica granata a sua
disposizione colpì la postazione nemica neutralizzandola.
Per
questa azione si guadagnò la Silver Star, la medaglia d’argento.
In quell’occasione, per essere stato
ferito da una scheggia al braccio, si guadagnò anche la sua la prima delle sue
quattro “Purple Hearts” (una decorazione delle forze armate statunitensi
assegnata in nome del Presidente a coloro che sono stati feriti o uccisi mentre
servivano nelle forze armate.
La sua azione permise alla Compagnia L e
alle altre di poter avanzare, poi di riorganizzarsi e continuare la battaglia
verso la chiesa di San Donato, dove sul lato destro i tedeschi sparavano con un
cannone da 88 mm. Nei pressi di un uliveto ci fu la battaglia più aspra,
americani e tedeschi finirono le munizioni e si trovarono a combattere a colpi
di baionetta e pugni.
Alle 17.30 del pomeriggio Acerno era
liberata.
Il 23 settembre 1943 il 30° reggimento
proseguì la sua marcia incontrandosi con il settimo il località Croci di
Acerno, e da lì scesero verso Montella.
Ma
questa è un’altra storia…….
La seconda parte dell’articolo sarà pubblicata sul nostro
blog: esplorandolacampania.blogspot.com
Descrizione: Esplorando La Campania.
Fonte Dati e fotografie gentilmente concesse da:
www.terzadivisionedifanteriaitalia.com,
Ass. Terza Divisione
di Fanteria US Army, Italia - Sezione 16, dedicata a Floyd K. Lindstrom, Medal of Honor.
Fonte dati
ricerche:
Encyclopedia
of Arkansas;
Combat
course of the 7th infantry division from fedala to Berchtesgaden;
The History
of the Third Infantry Division;
Salerno to
Cassino;
“THE STREET WAS ONE PLACE WE COULD NOT GO”: THE AMERICAN ARMY AND URBAN
COMBAT IN WORLD WAR II EUROPE;
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